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Atlas e Comet: l’era dei browser AI-native e agentici è appena iniziata

Di Chiara Arlati
Atlas e Comet: l’era dei browser AI-native e agentici è appena iniziata

🪦 Il browser è morto. Lunga vita al Browser (AI Native).

Ieri sera OpenAI ha presentato #Atlas, il suo browser #AINative.

Questa volta però non è stata la prima a farlo: Perplexity ci era già arrivata a luglio con #Comet, primo hashtag#AgenticBrowser.

Nel frattempo, Google resta ferma a un #AIMode che non cambia davvero le regole del gioco — perché non può permettersi di tagliare i ponti con la sua vecchia (e ancora redditizia) #Search, oggi più che mai sua croce e delizia. L’AI è presente, ma il browser resta “vecchio”: sintetizza, suggerisce, ma non agisce.

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💻 Cos’è un #Browser, in fondo?

È la finestra che per 30 anni ci ha permesso di entrare nel web: cercare, cliccare, leggere, comprare.

Explorer, Chrome, Safari, Firefox… tutti nati per mostrarci pagine.

Ma quel web, fatto di tab, link e click, sta finendo.

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🤖 Cos’è un BROWSER #AINATIVE?

È un browser che utilizza modelli di AI Generativa per migliorare l’esperienza di navigazione. In pratica, non si limita a mostrarti contenuti:

👉 li capisce, li riassume, li collega e può agire per te.

Invece di aprire pagine, conversi con l’informazione.

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⚙️ E cos’è un #BROWSERAGENTICO?

È un assistente intelligente che vede quello che vedi tu e può interagire con le pagine del browser come un essere umano. Può eseguire azioni complesse:

- prenotare viaggi o hotel,

- svolgere ricerche multi-sito,

- completare moduli online,

- orchestrare workflow digitali (es. aggiornare database o inviare email di riepilogo).

👉 È il passaggio dal browser che mostra al browser che fa.

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💥 La direzione è chiara: la navigazione sta diventando una conversazione continua, e il browser, da finestra, sta diventando intelligenza che agisce proattivamente.

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💡 Cosa significa per noi (in concreto)?

• Cambia come cerchiamo le informazioni (meno keyword, più domande).

• Cambia come decidiamo (meno click, più fiducia nel sistema).

• Cambia cosa serve imparare: non tanto usare nuovi strumenti, ma capire come ragionano quelli che usiamo.

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🎯 La vera questione non è tecnologica. È comportamentale.

Quando il browser pensa e agisce per noi:

• smettiamo di vedere tutto, perché ci viene mostrato solo ciò che serve (o ciò che l’IA ritiene tale);

• acceleriamo le decisioni, ma riduciamo il tempo di riflessione;

• passiamo da una ricerca attiva a una comprensione assistita.

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💡 Quindi la domanda pratica è:

Come ci prepariamo a questo nuovo modo di navigare, decidere e scegliere?

Qualche punto da cui partire:

1️⃣ Allenare la consapevolezza cognitiva: imparare come ragionano gli agenti e quando delegare (e quando no)

2️⃣ Saper formulare domande efficaci (prompting non come tecnica, ma come potenziamento del pensiero critico).

3️⃣ Capire il contesto in cui si muovono i modelli: quali bias, limiti e logiche portano con sé.

4️⃣ Coltivare competenze di interpretazione, non solo di informazione.

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💭 Il browser è cambiato.

Ora tocca a noi cambiare modo di pensare.

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