Sono stata alla Fondazione La Biennale di Venezia un paio di settimane fa e ho passato più di 1 ora di fronte a una mappa di 24 metri che racconta 500 anni di tecnologia e potere creata nel 2023 da Kate Crawford e Vladan Joler.
Per un attimo ho avuto la sensazione di unire i puntini, di accedere alla visione sistemica e generale di come siamo arrivati a ciò che viviamo oggi.
La mappa si chiama #CalculatingEmpires e nel primo commento trovi il link per visionarla senza passare per Venezia.
È divisa in due metà:
-Communication + Computation
-Control + Classification
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È lì, davanti a quella soglia tra due mondi, che qualcosa mi si è acceso dentro.
✦ Perché la Comunicazione e la Tecnologia sono insieme?
Perché, anche se spesso lo dimentichiamo, la storia dell’umanità è sempre stata una storia di linguaggio e di strumenti.
Di parole e di tecniche.
Di espressione e di ingegneria.
Siamo cresciuti credendo che comunicare e “calcolare” fossero opposti.
E invece quella mappa ti dice la verità più semplice e più profonda:
ogni salto nella comunicazione ha generato un salto negli strumenti tecnologici. Ogni salto nella tecnologia ha cambiato il modo in cui comunichiamo.
La stampa che abilita la scienza moderna.
Il telegrafo che crea le prime reti di dati.
Internet che nasce già come infrastruttura ibrida.
E oggi l’AI, che non è altro che linguaggio reso potenza, linguaggio che guida sistemi, linguaggio che diventa infrastruttura.
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Allora ho capito:
- la comunicazione non è solo emozione. È architettura.
- la computazione non è solo tecnica. È cultura.
Sono due forze che hanno camminato insieme per 500 anni, intrecciando ciò che siamo e ciò che diventiamo.
E davanti a loro c’è l’altra metà: Control + Classification.
Lo specchio meno confortevole, che mi ha anche fatto paura.
Quello che ti ricorda che ogni tecnologia porta con sé un modo di organizzare il mondo: medicina, confini, emozioni, architettura, la percezione del tempo, politica, sistemi militari e molto altro.
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È impossibile guardare questa mappa senza sentirsi chiamati in causa.
👉 Che cosa stiamo costruendo oggi?
👉 Quali forme di potere stiamo rafforzando?
👉 Quali, invece, possiamo finalmente ripensare?
Per me, che lavoro tra AI, linguaggio e comportamenti umani, questa mappa è stata una rivelazione: non stiamo costruendo prodotti. Stiamo costruendo Sistemi viventi. Connessioni. Conseguenze. Imperi.
Lo sapevo già. Ma vederlo è stato forte.
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👉 Che tipo di futuro vogliamo rendere possibile con ciò che progettiamo oggi?
Perché, alla fine, il potere non è mai un’entità astratta.
Il potere sono le nostre scelte quotidiane.
I modelli che decidiamo di addestrare.
Le parole che scegliamo di mettere nel mondo.
Le architetture che costruiamo, pezzo dopo pezzo.
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La tecnologia non è neutrale. Ma può essere consapevole.
E forse è proprio questa, tra tutte, la Responsabilità più bella che abbiamo.
https://calculatingempires.net/
L’AI non ascolta per capire, ma per predire: ricostruisce contesto, colma vuoti e restituisce ciò che pensa vogliamo. È uno specchio che amplifica chiarezza o confusione, qualità delle domande o superficialità. Il vero upgrade non è tecnico ma umano: imparare ad ascoltare, pensare meglio e fare spazio alla profondità.
Gemini 3 segna una svolta: omnimodalità fluida, memoria condivisa, “vibe coding” e capacità ingegneristiche da senior. Non è solo un modello più potente, ma una vera estensione cognitiva che cambia il ruolo umano: meno esecuzione, più interpretazione, decisione e progettazione. Una soglia che ridefinisce il futuro dell’IA.
Il down di Cloudflare mostra quanto ormai deleghiamo memoria, ragionamento e decisioni ai sistemi di AI. Se questi “cervelli esterni” si fermano, rischiamo una vera amnesia digitale. La sfida del futuro non è solo sviluppare l’AI, ma costruire resilienza e salvaguardare la nostra sovranità cognitiva.
In molti parlano di adozione della tecnologia. Noi la rendiamo naturale. Semplice. Fluida. Intelligente.
