Da SEO a GEO: chi pensa che bastino ancora le “parole chiave” rischia di fare la fine del fax. 📠
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Per 20 anni Google è stato l’arbitro invisibile del business digitale.
Chi sapeva “giocare con le regole” della SEO si portava a casa clienti, visibilità, fatturato.
Non era facile, ma era chiaro.
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Ora il campo di gioco è cambiato.
Non più digitare e sperare.
Oggi è chiedi e ottieni.
Risposte immediate. Sintesi. Zero clic.
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Ed ecco spuntare la buzzword del momento: GEO – Generative Engine Optimization.
Trendy da dire, comodo da vendere… ma oggi è più hype che rivoluzione.
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👉 La realtà?
Google resta il re delle ricerche 👑
ChatGPT e Perplexity sono segnali da osservare, non tsunami
Ma il terreno sotto i nostri piedi sta già cambiando.
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💡 E qui la verità che fa male:
Il futuro non appartiene a chi conosce l’ultimo trucchetto SEO.
Il futuro appartiene a chi sa:
Fare domande intelligenti (per guidare l’AI e i team).
Dare risposte chiare e autorevoli (che resistono anche quando l’AI sintetizza).
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Perché l’AI non clicca.
L’AI filtra.
E se i vostri contenuti non reggono il filtro, diventate invisibili.
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❌ Non è SEO vs GEO.
✅ È leadership vs irrilevanza.
E questa, sì, è una partita che non potete permettervi di perdere. 🏆
Gemini 3 segna una svolta: omnimodalità fluida, memoria condivisa, “vibe coding” e capacità ingegneristiche da senior. Non è solo un modello più potente, ma una vera estensione cognitiva che cambia il ruolo umano: meno esecuzione, più interpretazione, decisione e progettazione. Una soglia che ridefinisce il futuro dell’IA.
Il down di Cloudflare mostra quanto ormai deleghiamo memoria, ragionamento e decisioni ai sistemi di AI. Se questi “cervelli esterni” si fermano, rischiamo una vera amnesia digitale. La sfida del futuro non è solo sviluppare l’AI, ma costruire resilienza e salvaguardare la nostra sovranità cognitiva.
In molti parlano di adozione della tecnologia. Noi la rendiamo naturale. Semplice. Fluida. Intelligente.
