"Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile." Questo è il mantra che ci ripetevamo io e Arianna Antonini ormai più di 10 anni fa quando gestivamo un team di un centinaio di persone e si avvicinavano i momenti di vacanza 🤣 .
In verità ho sempre pensato che stia a noi renderci indispensabili.
E oggi, con l'AI, penso che sia ancora più vero:
✔️ Sì, saremo sempre più sostituibili a livello tecnico
❌ No, nessuno può replicare il nostro modo di creare connessioni umane
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I progetti AI che ho visto funzionare davvero bene sono quelli che non si sono limitati a capire cosa potesse essere automatizzato, ma hanno capito dove avrebbe avuto senso fare la differenza lasciando la presenza umana.
L'AI può analizzare dati, gestire reclami, scrivere codice. Ma non può:
- Leggere l'esitazione negli occhi di un cliente
- Costruire fiducia in una conversazione difficile
- Dare quel calore umano che crea relazioni autentiche
Non è un caso che secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, empatia e leadership restano competenze fondamentali, mentre i ruoli puramente tecnici sono più a rischio.
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Ciò che ci rende veramente insostituibili sono... le relazioni.
Non è solo il WEF a dircelo: Gregory Bateson già nel 1966, nel paper From Versailles to Cybernetics, sottolineava che l’essenza dell’umano non si trova nelle singole parti, ma nei legami che le connettono.
Siamo le nostre relazioni: è da esse che prendono forma le nostre identità.
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💡 La mia convinzione: nell'era dell'AI, vince ancora chi sa unire i puntini più preziosi di tutti - quelli tra le persone.
Cosa possiamo fare per sviluppare la skill più importante nei nostri team?
→ Promuovere ambienti che alimentano relazioni umane
→ Spingere per la creazione di legami autentici
→ Creare consapevolezza su come la tecnologia media le nostre interazioni, attraverso la formazione
👉 Qual è, secondo te, la skill più ‘insostituibile’ che un leader dovrebbe coltivare oggi?