👓 Zuck rilancia: occhiali intelligenti come nuovo smartphone. Superintelligenza personale per tutti. Ma a quale prezzo? 🫰
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Mark Zuckerberg ha appena dichiarato che la
#superintelligenza è a portata di mano.
Ma non quella generica. La tua. La mia.
Quella personale, sensibile al contesto, sempre presente.
Un’IA che non solo lavora per te, ma che vive con te.
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🎯 La sua visione?
➡️ Un assistente invisibile nei tuoi occhiali AR
➡️ Capace di vederti, sentirti, dialogare con te
➡️ E, un giorno, pensare insieme a te
Un cambio di paradigma che affascina e inquieta.
Perché una cosa è certa: non stiamo solo costruendo nuovi strumenti. Stiamo costruendo nuovi sé.
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💡 E no, questo annuncio non è casuale.
Arriva dopo la collaborazione tra OpenAI e Jony Ive per progettare il “nuovo device AI-native”.
Dopo mesi in cui si parlava solo di agenti, ora il trend è chiarissimo:
#Wearable. Ambienti. Invisibilità.
📍 Perché la miglior interfaccia è quella che non si vede.
Quella che si adatta al corpo, alla voce, al contesto.
Che entra nel nostro spazio personale, quello dove – fino a ieri – lasciavamo entrare solo chi ci faceva sentire al sicuro.
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Come esperta di interazioni mediate dalla tecnologia, non posso che farmi – e farvi – qualche domanda scomoda:
🔹 Quando la tecnologia entra nel nostro spazio prossemico, dove finisce l’aiuto e dove inizia il controllo?
🔹 Siamo pronti a delegare all’IA il potere di filtrare la realtà davanti ai nostri occhi?
🔹 Possiamo davvero parlare di empowerment… se non parliamo anche di intimità, trasparenza e agency?
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Zuck promette una superintelligenza personale per tutti.
Io credo che la vera posta in gioco sia questa:
Non quanto sarà intelligente la tua IA.
Ma quanto saprà rispettare ciò che ti rende umano… e la tua privacy.
E tu? A che distanza vuoi la tua intelligenza artificiale?