GPT-5 è più potente e sensibile, e piccole variazioni nel prompt generano risultati molto diversi. Per questo il prompting diventa una vera competenza critica: pensiero, sintesi e chiarezza guidano l’AI più di qualsiasi tool. Il Prompt Optimizer può aiutare, ma non sostituisce la capacità umana di formulare domande consapevoli.
Il nuovo studio del MIT mostra che il 95% dei progetti di AI fallisce non per limiti tecnologici, ma per processi inefficienti, cultura rigida e mancata integrazione. Le aziende investono in demo e hype, mentre i dipendenti usano l’AI privatamente creando Shadow AI. La vera trasformazione richiede processi ridisegnati, workflow integrati e co-evoluzione organizzativa.
Dieci giorni di novità nell’AI hanno rivoluzionato modelli, tool e rischi: GPT-5 porta velocità e memoria ma meno “umanità”, Google presenta modelli open e Genie 3 che genera mondi 3D, Claude 4.1 alza l’asticella del multitasking e scoppia l’allarme privacy per le chat condivise su Google. In un panorama che corre, la vera sfida resta discernere: capire quando usare l’AI… e quando fermarsi.
In molti parlano di adozione della tecnologia. Noi la rendiamo naturale. Semplice. Fluida. Intelligente.
