📵 Qualche giorno fa la Francia ha vietato gli schermi nei nidi.
📱 L’anno scorso la Spagna ha detto no agli smartphone sotto i 16 anni.
🌍 Un anno fa il New York Times raccontava l’effetto Starlink su una tribù indigena dell’Amazzonia: in appena due mesi i giovani Marubo hanno smesso di cacciare, pescare, relazionarsi… sviluppando un disturbo dell’attenzione sorprendentemente simile a quello che colpisce molti occidentali.
Tre episodi, tre luoghi lontanissimi.
Ma un unico segnale.
Ho avuto il privilegio – e la responsabilità – di partecipare al lancio del primo iPhone in Italia.
Ricordo perfettamente la magia di quel momento.
L’idea che lo smartphone avrebbe rivoluzionato tutto. E infatti lo ha fatto.
Ma allora non sapevamo.
Non sapevamo che avremmo dato quello stesso oggetto in mano a un bambino di 3 anni per tenerlo tranquillo al ristorante.
Non sapevamo che i teenager sarebbero finiti in clinica per dipendenza da TikTok.
Non sapevamo che saremmo diventati incapaci di annoiarci, di restare in silenzio, di aspettare.
Ora lo sappiamo.
E quindi?
🧠 Servono nuove abitudini.
💬 Nuove conversazioni.
💡 Nuove regole del gioco.
Per tutti. Non solo per i più piccoli.
Perché la verità è che noi adulti non siamo mai stati educati a questa relazione.
Siamo una generazione ponte: cresciuta senza schermi, ma oggi immersa dentro lo schermo.
E dobbiamo imparare. Velocemente.
📣 Serve una nuova alfabetizzazione.
Non solo tecnica, ma relazionale, emotiva, sociale.
Una tecnologia che sia davvero al servizio dell’umano – e non il contrario.
💭 E tu?
Che rapporto hai oggi con il tuo smartphone?
Che esempio stai lasciando a chi ti guarda?
🎁 Ti piacerebbe una mini-serie di spunti pratici per un Digital Detox possibile e umano? Fammi sapere nei commenti 👇
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