💥 Vuoi sapere cosa succede quando automatizzi un processo inefficiente?
Non diventa più veloce. Diventa un disastro.
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La settimana scorsa ho partecipato come Speaker all’ Hike Up CEO Roundtable, il percorso creato da Raffaele Contino che mette attorno allo stesso tavolo industriali per discutere di strategia, leadership e futuro a porte chiuse.
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È stata un momento intenso di confronto, dove il tema caldo molto sentito da tutti era:
👉 Come portiamo l’AI, davvero, dentro le nostre aziende?
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Abbiamo parlato di tecnologia e applicazione pratiche e alla fine ho condiviso una bussola pratica: le 5P per portare l’AI in azienda.
Eccole qui accennate:
🔹 Processi = la strada
Se la strada è piena di buche, non serve avere l’auto più veloce.
👉 Prima di inserire l’AI bisogna mappare i processi e capire se vanno modificati e ottimizzati per accogliere una AI.
🔹 Piattaforme = il veicolo
Puoi avere una bici, una jeep o un jet: dipende dalla meta.
👉 Ogni azienda deve scegliere le tecnologie più adatte al proprio contesto, non quelle “di moda”.
🔹 Progetti = la mappa
Nessun viaggio parte senza una rotta.
👉 Serve una roadmap chiara con obiettivi, tempi, champions interni e quick win per generare fiducia.
🔹 Progressi = il GPS
Ti dice se stai andando nella direzione giusta.
👉 L’AI si valuta con metriche: ROI economici e qualitativi, miglioramenti concreti nel lavoro, nella produzione o nel processo decisionale.
🔹 Persone = i viaggiatori
Senza di loro non parte nulla.
👉 L’AI è un nuovo collega: va introdotta, spiegata e resa familiare. Le persone devono sentirsi capaci e valorizzate, non sostituite.
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✨ La trasformazione non nasce dagli algoritmi, ma dalle persone che imparano a usarli per esprimere il meglio di sé.
👉 Se doveste iniziare domani mattina, da dove partireste? Su quale delle 5P la vostra azienda è più pronta? E su quale, invece, trova più ostacoli?
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Grazie a Raffaele e a tutti i CEO con cui ho avuto il privilegio di confrontarmi, perché è da questi dialoghi che si costruisce il futuro! 🚀
La mappa Calculating Empires rivela come comunicazione e tecnologia siano state forze intrecciate per 500 anni, modellando cultura, potere e identità. Guardarla significa vedere che l’AI non è solo tecnica: è architettura di futuro. Le nostre scelte — modelli, parole, sistemi — costruiscono nuovi poteri. La tecnologia non è neutrale: può diventare consapevole, se lo siamo anche noi.
Il down di Cloudflare mostra quanto ormai deleghiamo memoria, ragionamento e decisioni ai sistemi di AI. Se questi “cervelli esterni” si fermano, rischiamo una vera amnesia digitale. La sfida del futuro non è solo sviluppare l’AI, ma costruire resilienza e salvaguardare la nostra sovranità cognitiva.
Dopo il WOBI Milano porto a casa una verità chiara: mentre la tecnologia accelera, la leadership del futuro richiede coraggio, contesti che liberano il mindset, curiosità e capacità di farsi le domande giuste. Non servono leader perfetti, ma leader umani che sappiano imparare in fretta e progettare ambienti in cui le persone possano crescere.
In molti parlano di adozione della tecnologia. Noi la rendiamo naturale. Semplice. Fluida. Intelligente.
